giovedì 18 aprile 2013

I centri per l'impiego funzionano? Mah.


Stiamo vivendo in un periodo in cui trovare lavoro è quasi una mission impossible: la crisi sta distruggendo il tessuto delle PMI (piccole-medie imprese) che sono il cuore pulsante dell'economia italiana, il Governo latita e l'ultima riforma in ambito lavorativo, la riforma Fornero, si è rivelata un flop clamoroso e non ci voleva un genio per capirlo.
Prendendo spunto da questo articolo de Linkiesta, mi sono ritornati in mente, come incubi, i periodi in cui ho dovuto servirmi del centro per l'impiego di Ravenna.

Il centro per l'impiego di Ravenna è un ecosistema, in una zona particolare: di giorno ci sono turisti essendo vicino al mausoleo di Teodorico mentre alla sera ci sono le puttane ma quello che realmente colpisce chi, purtroppo deve utilizzarlo, è l'ambiente interno. Essendo un "amante" della comunicazione innanzitutto cambierei l'insegna, togliamo la bruttissima "Centro per l'impiego, Comune di Ravenna" con una più veritiera e più appariscente" Lasciate ogni speranza voi che entrate".


Entrando, si possono subito notare i particolari che ci accompagneranno nella nostra esperienza presso il centro per l'impiego:le persone e l'ambiente.

Le persone.
Mi stupisco ancora oggi che non ho attraversato nessun check-in e non mi hanno chiesto nessuna carta d'imbarco; guardandomi attorno mi sento straniero nella mia patria tant'è che avvicinandomi al desk informativo mi viene da parlare in inglese.
Amo la multietnicità ma qui non è presente quella che sarebbe la mia visione ottimale di essa ma un'accozzaglia che può essere paragonata, per assurdo, all'organizzazione dei campi di concentramento nazisti.
In attesa che un operatore chiami un numero, tutto rigorosamente manuale senza il queue time display (cosa a mio avviso da implementare per migliorare il servizio), bisogna trovare il proprio spazio, sapendo che mediamente si attenderanno un paio di ore.
Tenendo conto che ci sono tavoloni e qualche sedia, bisogna scegliere attentamente dove indirizzarsi.
C'è il gruppo Africa, il gruppo Est Europa, quello Asia e in un angolino il gruppo Italia.
Oltre ai tratti somatici che sono la prima cosa che si nota in una persona, subito dopo c'è il suo modo di passare il tempo, c'è chi si fa la pedicure, chi sbraita al telefono in linguaggi ai più incomprensibili, chi litiga con un connazionale, chi fa un pic-nic, chi si guarda attorno intimorito e stupefatto per ciò che gli sta accadendo attorno.

L'ambiente.
Immaginatevi uno stanzone, qualche tavolone, qualche sedia e aggiungeteci un bel gruppo di persone di ogni nazionalità ma l'importante è che non vi dimentichiate di tenere ben chiuse le finestre per evitare di cambiare l'aria.
Per assurdo avete presente quando andate in questura per fare/rinnovare il passaporto?
Qui a Ravenna, l'ufficio passaporti è confinante con l'ufficio immigrazione da dove provengono odori che, senza offesa, reputo nauseanti. Bene. Quello stesso crogiuolo di odori è lo stesso che c'è al centro per l'impiego.
Non si può fare di tutta l'erba un fascio, ma perdincibaccolina, a volte bisogna ammettere che alcune persone sono più propense nel non lavarsi e quindi a puzzare, sia che siano italiane o di altre nazionalità.


Avete passato qualche oretta in un ambiente "infernale" e ora viene chiamato il vostro numerino.
Nella lunga attesa avete scaricato la batteria del cellulare, avete letto svariati libri e sfogliato qualche opuscolo, in poche parole non vedete l'ora di raggiungere l'obiettivo.
Venite accolti in una stanza dove ci sono due operatori e affianco a voi un altra persona (alla faccia della privacy) e dovete compilare una registrazione che potrebbe benissimo essere fatta dalla propria casa in autonomia.
Dopo avere compilato il proprio profilo, bisogna ritornare alla sala di attesa dove un'altra operatrice compilerà una seconda parte del profilo e vi dirà qualcosa di simile: "che lavoro vuoi fare? che cosa hai fatto nelle tue esperienze precedenti?".

Dopo svariate ore passate vi rendete conto che tutto l'iter burocratico del centro per l'impiego comporta la compilazione di un form e un paio di domande per un totale di 10 minuti totali.
Capisco le persone che non sono in grado di farlo da soli ma, implementare il tutto online, comodamente da casa propria e successivamente fissare un colloquio, è così una cattiva idea?
Alla fine basterebbe una persona che controllasse i dati inseriti in sede di colloquio.

Sono basito da tutto questo, efficienza? No.

Nessun commento:

Posta un commento